religione

Perché  il nome di 'Festa della candelora'?

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 02-02-2021

Origini e fonti di questa giornata

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore”. E’ il Vangelo di Luca a parlarci. Ci offre la possibilità di soffermarci su un termine. Presentazione. E’ un concetto cardine per la cultura ebraica dell’epoca. Il termine, però, seppur conosciuto a moltissimi, sembra – scritto così – mancante di una parte che nella tradizione popolare cattolica, è assai diffusa: infatti, tutti, chiamiamo questa festa con la più semplice denominazione di “Candelora”. Ma da dove deriva? E’ sempre Luca ad aiutarci: “Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola,perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele»”.

 “Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”. La luce. Gesù che porta la luce nel mondo. Anzi, egli stesso è Luce. Anticamente, il tutto veniva celebrato il 14 febbraio – 40 giorni dopo l'Epifania – e la prima testimonianza al riguardo, ci è data da Egeria, nella sua Peregrinatio. Vi era un rito, romano, chiamato “lucernario”. In quel rito, potremmo far risalire la famosa tradizione delle candele. Egeria - una religiosa della Galizia - scrive nel suo “ITINERARIUM AETHERIAE”: “Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima”, confronto inevitabile con le antiche fiaccolate rituali che già si facevano nei cosiddetti “Lupercali”, antichissima festività romana che si celebrava proprio a metà febbraio. Papa Gelasio I (492-496), ottene dal Senato l'abolizione di una festa pagana come i “Lupercali”.  Così, fu sostituita tale festa, con quella prettamente cristiana, detta – appunto – della Candelora. Giustiniano, nel VI secolo – come attestano alcune fonti – anticipò la data al 2 febbraio, il giorno che conosciamo e celebriamo ancora nei nostri Tempi. Questa festa, chiude il tempo di Natale, e con l’offerta della Vergine Maria, e la profezia di Simeone, apre il cammino verso la Pasqua, che non può non considerarsi che una festa di luce, appunto.

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